Bruno Tarozzi, Spingli

Bruno Tarozzi, nome di battaglia “Spinglì”, da Agostino e Vittoria Generali; nato il 10 agosto 1921 a San Lazzaro di Savena. Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Pasticciere.
Prestò servizio militare negli alpini a Gorizia dal 2 gennaio 1941, dove fu impegnato nella campagna di Russi, fino all’ 8 settembre 1943.
Caposquadra della compagnia di Tito l’11 ottobre 1944 era a Poggio Termine durante l’attacco dei tedeschi. Ferruccio Montevecchi lo ricorda accovacciato, in preda a un crollo psicofisico, sotto l’incessante crepitio della Spandau tedesca che colpiva il muro della stalla, esposto alla valle, quando «una pallottola infilò una fessura larga 4-5 cm e alta 15-20 per l’aerazione, passò la porta aperta della cucina e spaccò letteralmente la fronte di Spingli, caponucleo di Tito, mentre mi stava raccontando della morte di Pirazzoli. L’ho ancora innanzi agli occhi piombarmi di colpo ai piedi senza un grido e inondare di tutto il suo sangue l’intero pavimento della cucina».
Sua sorella Lucia Tarozzi, nata il 3 agosto 1928 a San Lazzaro di Savena, fu partigiana attiva nella 4ª brigata Venturoli Garibaldi. Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Commessa. Venne incarcerata a Bologna dal 18 al 28 novembre 1944.

Nerino Soldati, Rino

Nerino Soldati, nome di battaglia “Rino”, da Enrico ed Erminia Pedretti; nato il 24 febbraio 1910 a Marzabotto. Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Muratore.
Iscritto al PCI.
Il 7 luglio 1932 diffuse manifestini di propaganda con altri militanti antifascisti ed espose bandiere rosse a Pianoro. Il 2 luglio fu arrestato, con altri 15 militanti tra i quali il fratello Aldo, e rinviato a giudizio davanti al Tribunale speciale per “costituzione del PCI, appartenenza allo stesso, propaganda comunista”.
Il 15 luglio 1933 venne condannato a 4 anni di reclusione. Dopo avere scontato la pena, nel 1937 si trasferì a Grosseto, sempre sorvegliato dalla polizia.
Tornò a Bologna nel 1938 e il 20 giugno 1940 nella sua pratica venne annotato: “È vigilato”.
Durante la lotta di liberazione militò nella brigata Stella rossa Lupo e operò sull’Appennino tosco-emiliano. Per contrasti con Mario Musolesi, lasciò la brigata nell’estate 1944 ed entrò a far parte della 36ª brigata Bianconcini Garibaldi con funzione di commissario politico della compagnia di Pirì.
Il 27 settembre la sua compagnia si scontrò nei pressi della chiesa di Fornazzano con una colonna sommeggiata, che fece fuoco con la spandau a distanza ravvicinata. Persero la vita il commissario Mario Soldati (Rino – di 34 anni di Bologna) e Giovanni, sergente pilota viennese, che aveva disertato per unirsi ai partigiani.

Paolo Poli, Deliano

Paolo Poli, da Angiolina Poli; nato il 4 gennaio 1928 a Bologna. Nel 1943 residente a Monterenzio. Bracciante.
Il 10 ottobre, primo giorno della battaglia di Purocielo, era a Ca’ di Malanca dove vi fu il primo attacco dei tedeschi. Al secondo contrattacco, copia del primo, risultarono gravemente feriti Giorgio, inanimato, Mao, che voleva suicidarsi per non cadere prigioniero) e Deliano Poli colpito al ventre.
Nella notte del 10 ottobre tutti i feriti vennero trasportati a Poggio Termine: Mao e Deliano moribondi, Luigi Rispoli, Giovanni Borghi, Nino Bordini (Gnaf) e Roberto Farina. La sera successiva fu deciso per i feriti un nuovo trasporto a Cavina da Poggio Termine quando il fuoco sia tedesco, sia britannico era cessato, Si disposero i preparativi della partenza. I feriti più gravi vennero adagiati su barelle di fortuna, utilizzando scale e altro, fatica tremenda per chi dovette trasportare su sentieri impervi, uno strazio per loro. Deliano morì durante quel trasporto. Una lesione, pur grave, che in condizioni normali si sarebbe probabilmente risolta, gli fu fatale.