Silvio Corbari

Silvio Corbari
Nacque a Faenza il 10 gennaio 1923 di Domenico a Anna Ciani. Deceduto a Castrocaro il 18 agosto 1944 impiccato.
  • Galleria fotografica
  • Sui sentieri di Silvio Corbari e dei partigiani del suo gruppo
  • La medaglia d’oro alla memoria al Valor Militare
  • Tre testimonianze sulla Banda Corbari raccolte da “noi partigiani, memoriale della Resistenza Italiana”: Artibano Bulzoni, Sergio Giammarchi, Fernanda Missiroli. Clicca qui.
  • Pagina con materiale tratto, elaborato e riassemblato dalla tesina dell’alunna Aurora Borioni VCs del Liceo scientifico Torricelli di Faenza a.s. 2007/2008, clicca qui.

Premessa storica

Con l’occupazione tedesca a Faenza il 16 settembre 1943 un gruppo di circa una ventina di antifascisti si portò alla sorgente del fiume Samoggia. Qui fu successivamente raggiunto da militari sbandati ed ex prigionieri fuggiti dai campi di concentramento. Si raggiunse ben presto l’elevato numero di 60 unità.

Nel corso del mese di ottobre sorsero in seno al gruppo discussioni sulla strategia da seguire e la disciplina a cui sottostare. Alla fine del mese di ottobre il gruppo finì con lo scindersi in diversi gruppi. Uno di questi si portò verso le zone dell’8ª brigata Garibaldi attuando nella marcia di trasferimento un’azione all’albergo Alta Romagna di Santa Sofia che permise ai partigiani di venire in possesso dei piani di approntamento della Linea Gotica, che furono poi fatti pervenire agli alleati.

Silvio Corbari, partigiano

Anche Corbari, con una decina di uomini, divenuti una trentina alla fine dell’anno, si rese autonomo dalla formazione iniziale. Purtroppo il gruppo di Corbari alla fine di gennaio fu attaccato e distrutto dai tedeschi a Ca’ Morelli di Tredozio.

Venti furono i partigiani catturati (sette saranno poi fucilati a Verona) due i morti in combattimento, il padre e la madre di Iris Versari inviati in campo di concentramento. Solo Corbari, Iris Versari e pochi altri partigiani non presenti a Ca’ Morelli si salvarono.

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La ricostruzione della formazione avvenne molto lentamente. A maggio contava 20 effettivi (il numero dei combattenti non superò mai le cinquanta unità), ma l’esiguità del gruppo non impedì a Corbari e a Iris Versari di attuare, nel corso della primavera, alcune azioni (tra le quali la più clamorosa fu l’uccisione del console della milizia Gustavo Marabini), da far credere all’esistenza di un distaccamento numeroso e ben organizzato.

La formazione del comando

L’aumentato numero di partigiani e l’affluire di nuove reclute portarono alla formazione di un comando per affrontare i problemi politici, organizzativi, logistici, di armamento, e di una struttura organizzativa articolata in squadre logistacamente autonome.

Venne ricercato un più stretto legame con la pianura e l’organizzazione, nella quale era impegnato Tonino Spazzoli, che consentì alla formazione di usufruire, nell’estate di un lancio di armi e materiali da parte degli Alleati, sul Monte Lavane, risoltosi però in un duro scontro con i tedeschi, che ne ebbero preventiva informazione.

Il ruolo di Corbari

Corbari, anche nella nuova realtà organizzativa della formazione, mantenne un ruolo autonomo e svolse azioni da lui decise e attuate con pochi uomini. Il 18 agosto 1944, tradito da una spia, venne catturato a Ca’ Cornio di Modigliana assieme a Iris Versari, Arturo Spazzoli, Adriano Casadei I tedeschi e i fascisti diedero ampio risalto alla cattura di Corbari, divenuto un simbolo della lotta partigiana, tanto che la voce popolare lo faceva presente ovunque, ne ingigantiva le azioni e gliene attribuiva altre da lui mai compiute.

Dopo la morte

Il risalto dato alla cattura e la messa in scena della ripetuta impiccagione esprimevano la volontà dei fascisti di uccidere, oltre al fisico, il mito rappresentato da Corbari e dai suoi compagni.
Dopo la sua morte e quella degli altri tre partigiani la formazione si riorganizzò e combattè sino alla liberazione del territorio della zona del Tramazzo, dove operava.

(testo di Vladimiro Flamigni)

Bibliografia essenziale

  • AA.VV., Politica e società a Faenza tra ‘800 e ‘900. Saggi e testimonianze dall’Antifascismo alla Resistenza, Galeati, Imola, 1977
  • E. Dalmonte, Corbari e la sua banda, Faenza, 1984
  • C. Martelli, Fascismo, antifascismo: Resistenza, guerra di Liberazione a Tredozio e in altri comuni della Romagna, Grafiche MDM, Forlì, 1993
  • P. Tompkins, L’altra Resistenza, Bergamo, 1995
  • N. Galassi, Partigiani nella linea Gotica, University Press, Bologna, 1998
  • P. Cacucci, Ribelli, Feltrinelli editore, Milano, 2001
  • M. Novelli, Corbari, Iris, Casadei e gli altri, Un racconto della Resistenza, Spoon River Torino, 2002
  • F. Renzini, Le mie avventure partigiane. Diario, Tip. Faentina Casanova, 2003
  • C. Grementieri, Iris Versari e la Resistenza delle donne, Verità e leggenda, Tipografia Castrocaro Terme, 2004